Riflessioni

Spesso i grandi incontri, quelli che cambiano il corso della vita avvengono in maniera del tutto casuale. Così è stato anche per me con Jesper Juul e la sua filosofia di vita.

Circa venti anni fa ero una giovane insegnante di scuola primaria che con entusiasmo e fiducia lavorava con i bambini imparando da loro molto più di quello che sapeva.Nello stesso periodo stavo terminando il mio percorso formativo in Gestalt Counselling. Il lavoro su me stessa, l’attenzione alla relazione, l’ascolto e l’empatia stavano apportato un profondo cambiamento alla mia vita. Sentivo allora, come adesso, che una parte fondamentale nel processo di crescita individuale ed in ogni tipo di relazione consisteva proprio nel cambiare la prospettiva dalla quale osservare se stessi, gli altri. Ed in quel periodo, nel mio caso specifico, i bambini.

Fu proprio in quel periodo che avvenne, per caso, il mio incontro con Juul.

Riconoscere valore alla competenza che ciascun bambino ha di se stesso, all’integrità di ciascuno permette al bambino di sentirsi riconosciuto come persona. Questo è molto importante soprattutto quando ai bambini vengono richieste risposte performative. Con questa attenzione e valorizzando il loro essere è più semplice supportare i bambini nel percorso di apprendimento. In questo contesto per esempio l’errore non viene vissuto in maniera frustante ma come vera e propria occasione di apprendimento e crescita.

Un altro aspetto che trovo rilevante nel pensiero di Juul è il passaggio culturale da obbedienza a responsabilità. Alcuni disagi spesso rilevati dai docenti all’interno delle loro classi, per esempio la gestione del gruppo, assumono un’altra rilevanza e aprono nuove possibilità di intervento se non associate esclusivamente ad una mancata obbedienza da parte dei ragazzi. Aiutare i ragazzi a crescere con la libertà che solo la responsabilità può dare credo sia uno degli obiettivi più importanti per la scuola.

Parità di genere e pari dignità

Negli anni scorsi parte del mio lavoro si è concentrato sul tema del femminile. Un argomento di estrema importanza ed attualità per avvenimenti che risaltano in cronaca oppure per eventi che ci coinvolgono quotidianamente. Sembra sempre che i traguardi raggiunti dalle donne debbano essere continuamente riaffermati, nonostante i notevoli passi fatti rispetto alla partecipazione delle donne nella vita politico sociale ed economica della comunità.

Anche nella vita familiare e relazionale si evincono delle disparità e la parola rinuncia o sacrificio si associa spesso alle donne. Nell’era di studio e ricerca delle scienze umane si sente affermare che ciò che non è biologico è culturale, richiamandoci a riflettere sui percorsi di apprendimento socio-culturali che hanno caratterizzato la storia.

Che cosa ancora culturalmente nutre la difficoltà per una vera e propria parità di genere ovvero per un pieno riconoscimento della propria persona?
Per le donne è importante scoprire il proprio ruolo attivo ed il loro potenziale.
Questo processo permette un duplice lavoro personale e sociale; ciò che si radica produce i suoi frutti.
Per questo parliamo di donne generatrici di cultura. Di una nuova cultura, la cultura delle pari dignità.

Lo studio del comportamento animale da sempre ci ha affascinato. Non è soltanto la curiosità verso mondi apparentemente lontani dal nostro, quanto la ricerca di analogie o differenze legate anche al nostro comportamento sociale. Un animale davvero curioso è il pinguino imperatore. E’ stato scelto come testimonial dell’Anno Europeo per la conciliazione della vita professionale e familiare.

La motivazione è questa : ottimo esempio di uguaglianza di genere e condivisione di responsabilità genitoriali per l’alternanza nelle cure parentali.

Dopo che la femmina ha deposto l’uovo, il maschio lo cova .Lei torna, per così dire, di nuovo a lavoro. Quando la femmina ritorna per sfamare cuccioli e maschio è quest’ultimo che ha ora il compito di occuparsi della pesca.

Un bell’esempio di integrazione ed integrità. Ognuno contribuisce sulla base delle proprie peculiarità e risorse.

Bisogna dire però che i pinguini si sviluppano in colonie. Oltre i singoli anche il gruppo coopera.

E’ possibile dunque conciliare famiglia e lavoro quando vi è una rete sociale che valorizza le nostre potenzialità di genere, familiari e professionali.